martedì 21 Gennaio 2025

Poker Fish

Published on Gennaio 3, 2012 by   ·   No Comments

Nel mondo del poker si definisce Fish un giocatore incapace: il tipico pollo da spennare al tavolo. I fish spesso sono oggetto di maledizioni e di improperi, quando con le loro giocate insensate, di tanto in tanto hanno la meglio su di noi che invece giochiamo un poker perfetto e inappuntabile.

Tuttavia bisogna fare attenzione a un particolare: il fish raramente è consapevole di essere fish, anzi egli si crede un tosto, l’avversario da battere, pur senza aver studiato.

Il poker è un gioco dove i risultati nel breve periodo sono assolutamente fortuiti e questa è una manna dal cielo per chi vuol far valere la propria edge e le proprie abilità: Se i giocatori più deboli perdessero sempre allora non caricherebbero più i loro soldi nella poker room. Del resto chi di noi sarebbe così folle da sfidare Nadal, scommettendo in una propria vittoria, senza aver mai tenuto una racchetta da tennis in vita sua? Praticamente nessuno, perché tutti saremmo sicuri di perdere. Nel poker, un totale esordiente può invece battere il campione del mondo in un singolo incontro ed è questo che lo spinge a provare. Sono i risultati nel breve periodo, che rappresentano delle vittorie di Pirro, a spingerlo poi a investire altro denaro nel gioco senza impegnarsi nello studio e ritenendosi già all’altezza in grazia di quei successi. Il fish è alla base della macchina poker, colui sul quale far valere il nostro studio, le nostre abilità e l’impegno. Se ai tavoli fossero tutti preparati e non chiamassero le nostre 3bet con A6 fuori odds (scoppiandoci anche, magari), probabilmente non avremmo su chi estrapolare valore e ci ritroveremmo in balia delle carte e della fortuna.

Ecco perché, quando un fish ci scoppia è importante non insultarlo in chat o fargli notare i suoi errori, con frasi del tipo:”idiota, cosa flatti 3bet fuori posizione con A6”. Nella maggior parte dei casi l’orgoglio lo porterà a ignorare il vostro coaching gratuito, ma a volte potrebbe in lui accendersi una lampadina. E noi non vogliamo che egli modifichi il suo gioco, quindi il consiglio che tutti noi dovremmo tenere a mente è quello di sfogare le nostre ire privatamente e non al tavolo da gioco. Nella prima parte dell’articolo abbiamo esordito scrivendo la seguente frase relativa ai fish: “di tanto in tanto hanno la meglio su di noi che invece giochiamo un poker perfetto e inappuntabile.”

La maggior parte di noi, come del resto la maggior parte dei fish crede questo. Crede di non avere leak o di averne pochissimi, di battere tranquillamente il field e che le sconfitte siano soltanto scherzi della varianza. Partendo da questo assunto, chi ci da la garanzia di non essere anche noi dei fish? La risposta è che questa consapevolezza sarà molto difficile da raggiungere. Tuttavia ci sono dei sistemi che possono venirci incontro per capire se ci stiamo avviando verso il lato oscuro.

Un primo metodo, alla portata di chiunque e che non richiede particolari conoscenze è quello del confronto. Stare a contatto con altri giocatori di poker, analizzare insieme le proprie mani e commentarle è sicuramente una fortuna. Tuttavia molti di noi hanno intrapreso il cammino nel mondo del poker da autodidatta, non mangiano quotidianamente pasta e fagioli con Phil Ivey o Durrrrr e in generale non hanno amicizie nel poker. Per chi si ritrova solo ma ha comunque una gran voglia di imparare, in internet è pieno di forum dove giocatori esperti commentano quotidianamente moltissimi spot. Il più celebre di questi è 2+2, ma anche l’Italia ha delle vere e proprie roccaforti di skillati. L’approccio per ricevere consigli però deve essere molto umile: i giocatori di poker che postano in questi forum si mettono a disposizione commentando le mani e offrendo il loro parere, e porsi in maniera supponente o scettica potrebbe indispettirli. Pertanto, accettate le critiche (talvolta parecchio acide) e cercate di badare alla sostanza dei loro post piuttosto che ai modi, a volte un tantino burberi. Un altro aiuto ci viene da alcuni programmi di cui abbiamo parlato negli articoli precedenti: il più importante di questi è Holdem manager. Un giocatore di cash game, per quanto affermato possa essere, non perde mai di vista “la sottile linea rossa”. Si tratta di un grafico assiale che ci segnala il valore atteso delle nostre scelte, in particolare dei nostri show-down. Inoltre grazie ad holdem manager avremo sotto controllo statistiche molto importanti come il VPIP e il PFR. La prima ci indica quante volte mettiamo soldi, volontariamente, nel piatto, la seconda quante volte apriamo raisando. Avere un VPIP troppo alto e in PFR basso è tipico dei fish, quindi se questi dati sono sballati iniziate a porvi domande sul vostro gioco, perché forse c’è qualcosa che non va.

In precendeza ci siamo occupati di analizzare il mindset del fish e di compararlo, quanto possibile, con il nostro per capire a quale tipologia di giocatore apparteniamo. Il problema però è che durante un torneo non sempre possiamo disporre di holdem manager e del suo hud e pertanto individuare i polli al tavolo potrebbe richiedere qualche sforzo in più.

Un celebre detto attribuito al giocatore professionista Amarillo Slim recita così:”Se nei primi 20 minuti che sei al tavolo non hai capito chi è il pollo, allora il pollo sei tu.”
Su internet esistono siti come sharkscope che trackano i risultati dei giocatori e ci informano sulla loro storia pokeristica, tuttavia, il fatto che molte poker room vietino il loro utilizzo durante il gioco e la possibilità che giocatori scarsi possano comunque essere in attivo anche di parecchio, rendono questo sistema non molto efficace. Le informazioni quindi noi dobbiamo trarle dal gioco.

Ecco una serie di piccoli segnali che possono identificare un fish che ignora l’abc del gioco, nei tornei multi-tavolo:

-la quantità di limp.
Molti giocatori hanno il vizio di open-limpare. Un giocatore vincente quando è il primo a parlare, normalmente, entra nei piatti raisando. Può capitare che qualche giocatore vincente apra limpando, magari in early stage, magari con pocket pair basse, ma se vi trovate davanti a qualcuno che apre standard limpando allora quasi sicuramente non avete a che fare con un pro. Altra cosa è se il limp segue uno o più limp precedenti. In quel caso con alcune mani speculative può essere profittevole anche limpare e pertanto non dovrà stupirci vederlo fare ad alcuni top-reg

-foldare con uno stack <10BB
Un altro tratto distintivo del fish è quello di raise-foldare con stack minore di 15 grandi bui, a volte con meno di 10BB. Un giocatore sensato potrebbe tentare, una tantum, di rubare i bui con il nulla assoluto in mano pur avendo fra i 10 e i 15 big blind per foldare ad un eventuale re-steal, ma quando questa mossa diventa una regola allora siamo davanti ad un fish. Se poi questo giocare apre raisando con uno stack di 10 big blind e folda ad un eventuale all-in possiamo anche pensare di piazzare la nostra bella nota su di lui, in quanto significa che egli ignora cosa significhi essere pot-committed, un concetto basilare per chiunque giochi a poker.

-La size dei rilanci di apertura
I regular e i giocatori sensati tendono ad avere delle size di apertura molto contenute. Con l’aumentare dei bui in un torneo gli stack diventano quasi sempre ridotti, pertanto, al fine di non ritrovarsi coinvolti in piatti molto grandi la tendenza è quella di aprire x2, massimo x2,5. (Nelle prime fasi di un torneo anche x3). I fish ignorano questi meccanismi e anche a bui altissimi tenderanno ad aprire x4, x5, x6

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